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Massimiliano Mancini NOTIZIE Scienze Politiche

L’ACCUSA DELLA REGIONE PUGLIA VERSO IL GOVERNO DI SABOTAGGIO DEL TERRITORIO PER FINI POLITICI, Massimiliano Mancini

Il presidente Michele Emiliano dal Meeting di Rimini 2023 accusa il Governo di distruggere la riconversione ambientale dell’ILVA di Taranto finanziata dal PNRR e già appaltata oltre ai Giochi del Mediterraneo, tutti progetti del Governo Draghi

Massimiliano Mancini

Abstract: Il Governo Meloni ha chiesto all’Europa di definanziare dal PNRR i lavori già appaltati che consentirebbero la rivoluzione tecnologica della più grande acciaierie d’Europa, l’ILVA di Taranto, che diventerebbe così ancora più efficiente e, soprattutto, sostenibile, abbattendo del 95% le emissioni inquinanti e del 50% i gas dannosi per il clima. Il presidente Michele Emiliano ieri, dal Meeting di Rimini, ha accusato il sabotaggio del Governo in carica verso la Regione Puglia, sia per questo progetto voluto dal precedente Governo Draghi e sia per i Giochi del Mediterraneo.

Michele Emiliano

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Le dichiarazioni alla stampa

Ieri 20 agosto 2023, il presidente Michele Emiliano è intervenendo nell’incontro con i giornalisti accreditati al Meeting di Rimini 2023, dove è stata invitata anche la nostra testata come negli anni precedenti, ribadendo la visione della sua amministrazione a favore di un sistema economico efficiente e sostenibile, perché i due obiettivi non sono in antitesi ma sinergici, come ci era già stato illustrato nell’intervista che ci aveva rilasciato l’assessora all’ambiente e territorio Anna Grazia Maraschio, e ha attaccato il Governo Meloni accusandolo di sabotare la Puglia, per interessi politici.

La nascita e l’evoluzione dell’ ILVA

L’ILVA è l’acciaieria più grande d’Europa, fondata il 1 febbraio 1905 a Genova dalla fusione delle attività siderurgiche dei gruppi Elba (che operava a Portoferraio), Terni e della famiglia romana Bondi, che aveva realizzato un altoforno a Piombino. Era stata costituita, con il sostegno governativo, per realizzare il polo siderurgico di Bagnoli, nell’ambito dei progetti di sviluppo industriale del Mezzogiorno, elaborati dal meridionalista Francesco Saverio Nitti (1868-1953). Nel 1918 il finanziere romano Massimo Bondi si impadronì dell’Ilva e di altri altiforni italiani.

Nel 1921 scoppiò una grande crisi siderurgica, causata da una ripresa delle esportazioni americane e le acciaierie italiane, indebitate per costruire impianti sovradimensionati, furono rilevate nella proprietà dalle principali banche creditrici ossia la Banca Commerciale Italiana e il Credito Italiano.

In seguito alla crisi del 1929 e alla crisi delle banche che ne seguì,  l’Ilva e tutta la siderurgia italiana a ciclo integrale (altiforni di Portoferraio, Piombino, Bagnoli e Cornigliano) fiurono rilevati dallo Stato attraverso l’IRI.

Lo stabilimento di Taranto nacque nel 1961 e fu inaugurato nel 1964, le emissioni inquinanti del sito produttivo hanno causato negli ultimi decenni la morte di un numero molto elevato di operai e di abitanti della città pugliese.

La denominazione Ilva fu ripresa nel 1988 quando Italsider e Finsider furono messi in liquidazione e scomparvero. La “nuova” Ilva fu smembrata alla vigilia del processo di privatizzazione, con la chiusura dell’impianto di Bagnoli e la cessione di quello di Cornigliano e dell’acciaieria di Piombini, il grande polo siderurgico di Taranto, passò nel 1995 al Gruppo Riva.

La fabbrica fonte di malattia e morte

Nella prima perizia giudiziaria sulle emissioni del 2010 Ilva aveva emesso in aria le seguenti sostanze convogliate (tabella A-1 della Perizia chimica ILVA Taranto 2010):

4.159.300 kg di polveri;
11.056.900 kg di diossido di azoto;
11.343.200 kg di anidride solforosa;
7.000 kg di acido cloridrico;
1.300 kg di benzene;
338,5 kg di idrocarburi policiclici aromatici;
52,5 g di benzo(a)pirene;
14,9 g di policlorodibenzodiossine (abbreviato in diossine) e policlorodibenzofurani;
280 kg di cromo III (cromo trivalente).

Nel 2012 una vasta inchiesta per reati ambientali e di inquinamento (“Fabbrica fonte «di malattia e morte» scrivono i giudici”) determinò il sequestro senza facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo su richiesta della Procura di Taranto.

Per salvaguardare lo stabilimento e l’occupazione, lo Stato ha avviato la procedura di commissariamento dell’azienda e avviato una gara internazionale per una riassegnazione della stessa e nel novembre 2018 ILVA è stata acquisita da ArcelorMittal SA.

Ilva di Taranto 25 dicembre 2007, autore Mafe de baggis Milano [licenza CC BY-SA 2.0]

La rivoluzione tecnologica dell’ILVA già appaltata e finanziata

Il presidente Emiliano ha chiarito subito la scelta politica netta della sua amministrazione a favore della sostenibilità ambientale, dichiarando, appena dopo i saluti, che: «La Puglia è una regione impegnatissima con l’unione europea per la decarbonizzazione dei suoi impianti industriali più importanti e in particolare per l’ILVA di Taranto», annunciando che Acciaierie D’Italia spa, la società pubblica al 38% che gestisce la grande fonderia di Taranto in questo momento di crisi con la partecipazione del gigante industriale indiano Arcelor Mittal, ha appena appaltato i lavori di trasformazione dell’impianto che rivoluzioneranno il ciclo di produzione riducendo drasticamente le emissioni climalteranti.

Ci sarà insomma una «rivoluzione tecnologica senza precedenti attraverso un metodo che si chiama DRI riduzione diretta, che elimina la necessità del carbon coke nella produzione dell’acciaio e che consente l’utilizzo sia di rottame di ferro e sia di minerali vergine per la produzione di acciaio, abbattendo le emissioni nocive del 95% e quelle di CO2 del 50%».

Il presidente Emiliano fa riferimento alla società DRI d’Italia che gestisce la trasformazione del ciclo di produzione dell’altoforno di a Taranto che utilizzava il metodo tradizionale delle acciaierie, ossia la combustione di carbone minerale che immette in atmosfera grossi quantitativi di CO2, il principale gas responsabile del cambiamento climatico, e sostanze tossiche per la salute.

Con il nuovo sistema si utilizzerà l’energia elettrica per il funzionamento degli altiforni invece che combustibili fossili e preridotto di ferro per la produzione di ghisa.

Il sabotaggio politico di un merito del Governo Draghi

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha voluto precisare che i meriti di questa rivoluzione sono del precedente Governo Draghi poiché: «Questa società è stata fortemente voluta dal presidente del consiglio Draghi e guidata da Stefano Cao che rapidamente e con i fondi del PNRR ha aggiudicato questa gara. Purtroppo però volevo dirvi che questo è uno di quei progetti che il Governo [attuale n.d.r.] sta chiedendo di definanziare dal PNRR e dovrà chiedere all’UE la possibilità di definanziare la gara già aggiudicata per finanziarla in altro modo, così si dice anche se non abbiamo chiarezza sul modo.»

Lo scontro politico, che ha il sapore di sabotaggio, tra la Regione Puglia e il Governo, sulle sorti dell’ambiente, si trasforma in una vera e propria guerra spostandosi nelle sedi europee. Il presidente Emiliano infatti ha annunciato che: «Ovviamente noi chiederemo all’Unione Europea di non consentire questo definanziamento innanzitutto perché la stessa UE su questo impianto si gioca la faccia dal mio punto di vista, con il Just Transition Found [https://commission.europa.eu/funding-tenders/find-funding/eu-funding-programmes/just-transition-fund_en] noi ne avevamo parlato con la Commissione Europea, sia la DG Crescita che la DG Ambiente, ma soprattutto perché è la misura dell’impegno europeo per cambiare il senso tecnologico nella produzione dell’acciaio. Siccome peraltro, nella gara appena aggiudicata è prevista la fine dei lavori per il 2026 e quindi in perfetta linea con le date di rendicontazione del PNNR non c’é nessuna ragione per definanziare questo progetto e soprattutto per ritardarne l’esecuzione.»

Su questa premessa l’accusa del presidente della Regione Puglia verso il Governo è chiara ed esplicita: «Il nostro timore è che il Governo italiano, quello attuale e in carica, non abbia la stessa sensibilità che ha avuto il presidente del Consiglio Draghi e quindi siamo molto preoccupati.»

Il sabotaggio della Puglia da parte del Governo si estende anche ai Giochi del Mediterraneo

La situazione dell’ILVA è un grosso problema nazionale, un grandissimo problema ambientale di tutta l’area e per Taranto in particolare, ma tutto ciò può essere anche una grandissima opportunità che viene distrutta per interessi politici.

La denuncia del presidente Emiliano verso il Governo riguarda anche un altro sabotaggio politico contro la Puglia: «Un’altra cosa che volevo dirvi è che Taranto in questo momento è la più grande delle opportunità per la Regione Puglia e per l’Italia dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e in materia di energia, ma anche la più grande delle minacce e quindi noi continueremo a batterci anche perché si possano svolgere a Taranto, come previsto, i Giochi del Mediterraneo. Purtroppo il Governo italiano non ha ancora finanziato i comuni e il comitato organizzatore. Ha nominato un commissario, stiamo perdendo molto tempo, ma è evidente che i Giochi del Mediterraneo e la decarbonizzazione della fabbrica erano una visione di futuro verso il Mediterraneo e verso l’Unione Europea che avrebbe restituito alla seconda città più importante della Puglia [Taranto n.d.r.] un ruolo centrale nel dibattito per la pace perché avremmo e vorremmo utilizzare i Giochi del Mediterraneo come luogo di discussione tra i popoli del Mediterraneo ma anche e soprattutto per misurarci, come faremo anche durante questo Meeting, sulle modalità attraverso le quali promuovere l’agricoltura di precisione tecnologica, l’utilizzo dell’acqua, sarà infatti presente al Meeting anche l’Acquedotto Pugliese, che è il più grande acquedotto d’Europa, … in grado di progettare qualsiasi struttura che riguardi l’acqua e quindi è una di quelle aziende pubbliche, totalmente pubbliche, di proprietà della Regione Puglia, che può contribuire alla rivoluzione sostenibile che il nostro paese vuole perseguire.»


Michele Emiliano: nato a Bari il 23 luglio 1959, laureato in giurisprudenza, magistrato attualmente in aspettativa, già sostituto procuratore della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Bari.

Nel settembre 2020 è stato eletto Presidente della Regione Puglia, per il secondo mandato consecutivo, con la coalizione del centro sinistra ottenendo con il 46,78% delle preferenze, in precedenza è stato sindaco di Bari dal 2004 al 2014.

Regione Puglia: ha una popolazione residente di 3.900.852 abitanti, la superficie è di 19.540,52 km2, conta 6 province, 257 comuni [fonte dati ISTAT 2022].


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