Un viaggio negli anni della Belle Époque
Abstract: A Torino sta per terminare a Palazzo Madama la mostra sul Liberty, dedicata all’interpretazione italiana del fenomeno dell’Art Nouveau, che ha contraddistinto la fine dell’800 e l’inizio del nuovo secolo in un lungo periodo di prosperità e rinnovamento prima della tragediam delle due guerre. La Belle Époque in Italia e in particolare a Torino, che non era più capitale d’Italia mentre Roma non lo era ancora del tutto. La mostra terminerà il 10 giugno prossimo.
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E’ un museo a cielo aperto la Torino del Liberty, e ben lo sanno gli abitanti, quando si addentrano nelle vie che si dipanano tra piazza Benefica, corso Francia e via Cernaia, nel quartiere Cit Turin, e poi altrove, nelle vie Frejus e Pigafetta, solo per citarne alcune.
Per chi volesse orientarsi meglio tra questi palazzi dai portoni sinuosi, svettanti torrette e finestre decorate, c’è ancora qualche giorno per accedere alla mostra “LIBERTY. Torino Capitale” a Palazzo Madama, nel cuore del capoluogo.
Gli allestimenti d’epoca, le grandi riproduzioni fotografiche, le dettagliate didascalie, permettono di entrare in un mondo affascinante, che riguarda uno stile diffuso in tutta Europa, declinato in svariati modi e che qui, a Torino, ha trovato una sua straordinaria espressione.
All’inizio del Novecento, e per circa vent’anni, nella cosiddetta Belle Époque, il Liberty trasformò le abitazioni torinesi delle famiglie della borghesia come degli operai, e poi scuole, fabbriche, e persino bagni pubblici.
L’Art Nouveau, così era conosciuto il Liberty all’estero, o anche con il nome di Jugendstil o Sezessionstil, a seconda delle nazioni di riferimento, non riguardò solo l’architettura, ma anche le arti figurative e applicate.
Notevole il contributo del pittore Giovanni Boldini, tra i più fecondi del suo tempo, di cui Palazzo Madama espone un incantevole ritratto, “Fuochi d’artificio”.
Il percorso, che contiene un centinaio di opere, si concentra in particolare sulla descrizione degli edifici, le finestre sono ampie, con frequenti decori in ferro battuto, le porte hanno intagli floreali, i muri riportano elementi naturali. Si privilegiano le linee curve, specie per i balconi, arricchiti da stucchi ornamentali. Ben esposto e argomentato lo studio dei materiali.
Concluso il percorso, potreste essere invitati a fare un tour del piano nobile del palazzo in compagnia di una simpatica guida, il robot umanoide R1, che risponderà alle vostre domande.
Ma si può imparare davvero al di fuori di una relazione empatica, e perciò umana? L’esperimento è comunque interessante.
La mostra chiuderà il giorno 10 giugno.
LINK ALLA MOSTRA
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