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RELAZIONE ANNUALE AL PARLAMENTO SUL FENOMENO DELLE TOSSICODIPENDENZE IN ITALIA (2024) – 2^ parte, Luigi De Simone

I giovani (e i genitori) non sembrano comprendere il pericolo !

Luigi De Simone

AbstractDalla Relazione annuale sul fenomeno della tossicodipendenza in Italia, presentata al Parlamento dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga, emergono, relativamente all’anno 2023, dati preoccupanti relativi al consumo di droghe da parte dei giovani, la maggior parte dei quali dichiara di averne fatto uso addirittura prima dei 14 anni! Altrettanto allarmante l’atteggiamento tollerante di alcuni genitori.

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Premessa

Dopo il primo approfondimento relativo alla Relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia1, che ha riguardato una panoramica generale sui dati emersi, con particolare attenzione alle operazioni di polizia, ai riflessi economici del narcotraffico e alle nuove “spaventose” tendenze, pubblicato lo scorso 2 agosto, con questo nuovo contributo cercherò di analizzare la correlazione tra i giovani (futura classe dirigente) e le sostanze stupefacenti, con un focus sugli esiti di uno studio pilota realizzato pochissimi mesi fa, consistente nell’intervistare alcuni genitori della popolazione studentesca della Capitale, con risultati sconvolgenti e inaccettabili relativi ad un atteggiamento tollerante da parte di una buona fetta. Tenetevi forte.

Il 39% della popolazione studentesca, tra i 15 e i 19 anni, pari a 960 mila giovani, ha dichiarato di aver fatto uso di una sostanza psicoattiva illegale2 almeno una volta nella vita, di cui oltre 680 mila nell’ultimo anno. In particolare il 74 % di questi ultimi ha dichiarato anche un policonsumo, ovvero consumo congiunto con altre sostanze stupefacenti o alcool.

Sostanze psicoattive illegali

In riferimento alla cannabis quasi 700 mila studenti (28%) riferiscono di averne fatto uso almeno una volta nella vita, 550 mila (22%) riferiscono di averne consumato nell’ultimo anno e quasi 70 mila dichiarano di utilizzarla quasi tutti i giorni. I 2/3 dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver fatto uso di cannabis tra i 15 e i 17 anni e il 29% addirittura quando aveva meno di 14 anni. Unico dato positivo (se così si può dire) è il fatto che il consumo di cannabis è in leggera contrazione rispetto all’anno precedente, ma forse perché è in aumento l’uso di tutte le altre sostanze?.

In riferimento alle Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) più di 260 mila studenti (11%) hanno dichiarato di averle assunte almeno una volta nella vita, maggiormente dai 16 ai 18 anni e oltre la metà di questi (pari a quasi 160 mila) nel corso del 2023. Tra le NPS maggiormente utilizzate nella vita spiccano i cannabinoidi sintetici (6,9%), la ketamina (2%), che ha avuto un’esplosione nel 2023, e gli oppioidi sintetici (1,7%), con una strana preponderanza, per quest’ultima sostanza, del genere femminile.

In riferimento, invece, alle sostanze stimolanti, quasi 150 mila ragazzi (6%) hanno dichiarato di aver fatto uso, nel corso della vita, di amfetamine, ecstasy, GHB, MD, MDMA e, di questi, 72 mila  (2,9%) nell’ultimo anno; 23 mila studenti (0,9%) hanno, invece, dichiarato di averne fatto uso almeno dieci volte negli ultimi trenta giorni. Il 50% degli studenti ha dichiarato una prima volta tra i 15 e i 17 anni, mentre il 33% ha dichiarato un consumo addirittura prima dei 15 anni. I valori di consumi generali di queste sostanze non sono mai stati registrati prima del 2023.

Per quanto riguarda gli allucinogeni, circa 100 mila studenti (4,1%) ne hanno dichiarato l’ assunzione nella loro vita, di cui quasi 49 mila (2%) nel corso del 2023 e 13 mila (0,5%) almeno dieci volte al mese. Il loro consumo cresce con l’età ed in prevalenza vengono assunti dagli uomini. Anche in questo caso il 50% ha dichiarato che ne ha fatto uso tra i 15 e i 17 anni, mentre il 37% prima dei 14 anni. I valori di consumi generali di queste sostanze hanno superato i valori pre-pandemia.

Per i dati riferiti alla cocaina, confermata la sostanza più costosa, 94 mila studenti (3,8%) ne hanno fatto uso almeno una volta nella vita, quasi 54 mila (2,2%) nel corso del 2023 e 18 mila (0,7%) almeno dieci volte al mese. Anche in questo caso la metà degli intervistati ha dichiarato che la prima assunzione è avvenuta tra i 15 e i 17 anni, mentre il 39% prima dei 15 anni. Anche per questa sostanza non si poteva non confermare un consumo generale che ha superato i valori pre-pandemia.

Per gli oppiacei, invece, 62 mila studenti (2,5%) ne hanno fatto uso almeno una volta nella vita, quasi 30 mila (1,2%) nel corso del 2023 e quasi 10 mila (0,4%) almeno dieci volte al mese. Anche in questo caso la metà ha dichiarato che ne ha fatto uso tra i 15 e i 17 anni, mentre il 38% prima dei 14 anni. Si nota una prevalenza di assunzione da parte del sesso maschile fino alla maggiore età, per poi eguagliarsi tra uomini e donne. Si registrano dati in crescita nell’ultimo biennio.

Dopo aver analizzato i dati della singola sostanza, è doveroso un cenno sul fenomeno del poliuso, praticato dai giovani. Infatti oltre 180 mila studenti (7,4%) hanno consumato più di una sostanza psicoattiva nel 2023 e di questi ben oltre la metà, ovvero 110 mila (4,5%) specificano di averne consumate “solo” due. Le sostanze maggiormente impiegate dai giovani sono la cannabis, quasi onnipresente (90%), le NPS (75%), gli stimolanti (35%), gli inalanti e solventi (33%) e la cocaina (27%). Tra i poliutilizzatori si registrano percentuali maggiori di comportamenti penalmente rilevanti e l’utilizzo congiunto con alcool.

Quello che emerge dai dati del mondo studentesco è che,  da un lato, i consumi rispetto all’anno precedente o al periodo pre-pandemico sono tutti in salita e, dall’altro, che solo la metà dei giovani consumatori è consapevole del rischio associato all’uso di sostanze psicoattive. Tale percentuale cresce leggermente, fino al 59%, se il rischio è riferito alla cocaina/crack, oppiacei, stimolanti, NPS e allucinogeni, mentre si dimezza (28%) quando si ragiona sull’uso di cannabis. Ovviamente, in generale, la percezione del rischio è più bassa tra i consumatori rispetto ai non consumatori.

Sostanze psicoattive legali (tabacco, alcool e psicofarmaci senza prescrizione medica)

Per quanto riguarda il tabacco, oltre il 50% della popolazione studentesca, pari a 1 milione e 200 mila, ha fumato una sigaretta almeno una volta nella vita e 950 mila (39%) nel corso del 2023, con prevalenza del sesso femminile, in controtendenza rispetto ai consumatori delle sostanze psicoattive illegali. La prima volta è avvenuta, per il 57%, prima degli 14 anni, ovvero prima dell’inizio della scuola secondaria di secondo grado, e per il 40% di questi tra i 15 e i 17 anni. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, oltre il 48% della popolazione studentesca, pari a quasi 1 milione e 200 mila, ne ha fatto uso almeno una volta nella vita e 900 mila (37%) nel corso del 2023. Anche in questo caso vi è prevalenza del sesso femminile. Il primo utilizzo è avvenuto per il 54% tra i 15 e i 17 anni e per il 40% prima degli 15 anni. In conclusione, oltre la metà dei nostri studenti ha utilizzato almeno un prodotto a base di nicotina. Ma come è possibile visto il divieto di vendita ai minorenni di questi prodotti?

Per l’assunzione di alcolici, invece, oltre due milioni di giovani (81%) hanno dichiarato di averne consumato almeno una volta nella vita, oltre 1 milione e 800 mila (75%) nel corso del 2023 e in 140 mila (5,6%) quasi tutti i giorni! Se si parla di ubriacatura, oltre la metà, esattamente 1 milione di studenti (41%), si è ubriacata nel corso della vita, 750 mila (30%)  nel corso del 2023 e 43 mila (1,7%) almeno dieci volte nell’ultimo mese!. Cresce la percentuale nel mondo femminile. Più del 30% riferisce della prima volta prima dei 15 anni, il 64% tra i 15 e i 17 anni. Emergono dati, mai registrati prima, di ubriacature frequenti. Quasi 710 mila studenti (29%), inoltre, hanno riferito di aver consumato negli ultimi trenta giorni 5 o più bevande alcoliche in un intervallo ristretto di tempo (c.d. “binge drinking”), con prevalenze che crescono all’aumentare dell’età. Anche in questo caso la domanda nasce spontanea: come è possibile visto che la vendita di alcolici è vietata ai minori?

Per quanto riguarda il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica (SPM), circa 440 mila giovani (18%) dichiarano di averne fatto uso almeno una volta nella vita, oltre 280 mila (11%) nel corso del 2023 e in 58 mila (2,3%) almeno dieci volte nell’ultimo mese. L’anno scorso gli psicofarmaci maggiormente assunti dagli studenti risultano quelli per il sonno e/o per rilassarsi (8,3%), per aumentare l’attenzione e/o l’iperattività (3,5%), per dimagrire (2,6%) e per migliorare l’umore (2,5%). Il consumo da parte del sesso femminile è il doppio di quello maschile, ed arriva al triplo per le sostanze dimagranti. Evidentemente la qualificazione della sostanza come legale, inganna e quindi la percezione del pericolo è molto inferiore rispetto alle sostanze psicoattive illegali. Anche per queste sostanze “legali” la percezione da parte dei consumatori è ancora più bassa.

 

Progetto Pilota – Percezione e competenza dei genitori

Come anticipato la Relazione annuale illustra sinteticamente i risultati di un progetto pilota, che ha  raccolto,  nei mesi di marzo e aprile di quest’anno, dati sulla percezione e sulle competenze dei genitori riguardo al consumo di sostanze psicoattive e alcool da parte dei giovanissimi.

Occorre precisare che hanno partecipato esattamente 4.901 genitori di studenti, futuri adolescenti, con età compresa tra i 9 e i 14 anni, frequentanti venti scuole primarie e secondarie di primo grado della Città Metropolitana di Roma Capitale.

La maggioranza dei genitori intervistati ha dichiarato di ritenersi capace di riconoscere i sintomi derivanti dal consumo di sostanze legali e di cannabinoidi, mentre meno della metà riconoscerebbe i sintomi derivanti dall’uso di altre sostanze psicoattive illegali. La capacità di individuare i sintomi è direttamente proporzionale al titolo di studio ed è superiore da parte dei papà, anche se la maggior parte delle intervistate sono state le mamme.

Data per assodata la bontà del progetto pilota, il dato più sconcertante, a parere di chi scrive, è che il 40% dei genitori è permissivo rispetto al tabacco e alle sigarette elettroniche e, incredibilmente, circa la metà ritiene che il consumo di alcool e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato!

Meno male che il 90% ritiene intollerabile il consumo di altre sostanze illegali. Ma la domanda è: perché non il 100%? E cosa pensa l’altro 10 %, ovvero 490 genitori intervistati?

Condivisibile la riflessione fatta dai genitori sulla reperibilità delle sostanze psicoattive sul mercato. Infatti oltre il 70% degli intervistati ritiene che le sostanze legali sono facilmente reperibili sul mercato, per i cannabinoidi il 60% e per le altre sostanze illegali il 50%. I luoghi dove reperirle sono gli spazi pubblici, soprattutto relativamente alle sostanze illegali, ma anche nelle stesse scuole e nelle case degli amici per quanto riguarda quelle legali (tabacco e alcool).

Oltre il 60% dei genitori ritiene che le sostanze legali e i cannabinoidi siano consumate dai minori nelle zone in cui vivono, percentuale che arriva all’80%, in particolare per il tabacco e le sigarette elettroniche e si abbassa al 40% relativamente alle altre sostanze illegali.

Quale sarebbe la loro reazione in caso di scoperta del consumo di sostanze da parte dei figli? La maggioranza dei genitori ha manifestato giustamente la necessità di vicinanza e, nello stesso tempo, di fermezza. Inoltre si ipotizza un maggiore coinvolgimento nelle relazioni familiari (meno isolamento) e in caso di consumo di sostanze illegali ci si rivolgerebbe a specialisti, tranne nel caso di consumo di cannabinoidi.

La maggior parte dei genitori ritiene che i propri figli non abbiano utilizzato nessuna delle sostanze indagate, una certezza che però vacilla se messa in relazione ai consumi di sostanze lecite e illecite appena descritti. Ma ovviamente abbiamo anticipato che l’intervista è riferita a genitori di ragazzi tra i 9 e i 14 anni. Il pericolo è però alle porte. La massima attenzione per i nostri figli è indispensabile e doverosa.

Gli intervistati ritengono che in ambito familiare si parla abbastanza spesso di razzismo, bullismo, cyberbullismo e sessismo, ma meno di sostanze psicoattive e sessualità. Nel 20 % dei casi non si parla mai di alcool e nel 30% mai di sostanze psicoattive illegali.

Seguirà a breve un altro contributo nel quale saranno analizzati ulteriori dati della Relazione annuale, oggetto del presente approfondimento, in relazione alla correlazione tra reati e abuso di sostanze psicoattive.


NOTE

  1. D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 rubricato “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza.”
  2. Ovvero in Italia ne è vietato l’uso, la produzione, il commercio ed il possesso, come la cocaina, eroina, droghe sintetiche, ad esse si affiancano quelle legali “sotto controllo”, la cui produzione, commercio e utilizzo sono soggetti a controllo e limitati all’uso medico, come psicofarmaci e oppiacei di sintesi e quelle legali tout court ovvero quelle non soggette ad alcuna forma di controllo come per esempio alcool e tabacco.

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