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VITTIME DELLA STRADA: UNA GIORNATA PER RICORDARE. LA TESTIMONIANZA DI UN PADRE, Silvia Zaghi

La terza domenica di novembre si celebra la giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, momento di riflessione dedicato a chi ha perso la vita a causa di un incidente stradale e ai familiari. La storia di Ettore, che ha perso il suo unico figlio, Mirko

Silvia Zaghi

Abstract: Istituita dall’ONU nel 2005 la giornata viene celebrata la terza domenica di novembre di ogni anno in un numero crescente di Paesi. Lo stesso giorno nel nostro Paese si celebra anche la “Giornata nazionale delle vittime della strada“, istituita con Legge 29 dicembre 2017 n. 227.

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I DATI 

La sicurezza stradale è una  delle maggiori criticità che i Paesi Europei devono affrontare. In Italia gli incidenti stradali costituiscono una delle principali cause di morte, la prima causa di morte dei giovani tra i i 15 e i 29 anni. In base  agli ultimi dati Aci-Istat,  nel 2023, sulle strade italiane, si sono registrati 166.525 incidenti con lesioni a persone che hanno causato 3.039 decessi  e 224.634 feriti  In media, rispettivamente, 456 incidenti, 8,3 morti e 615 feriti ogni giorno.

Le statistiche provinciali , elaborate da ACI e Istat, mostrano, nel 2023, un lieve miglioramento nel numero delle vittime. Aumentano, invece, seppure in misura contenuta, incidenti e feriti. Rispetto al 2019 ,anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030, fissato dalla Commissione Europea con il programma “Road safety policy framework 2021-2030” (riduzione del 50% del numero di vittime e feriti gravi), 42 province su 107 hanno fatto registrare un aumento del numero dei morti sulle strade. In altre 56, invece, tale numero è diminuito. In 9 Province il numero dei morti è rimasto stabile. In 8 province, inoltre, è stato già raggiunto l’obiettivo del dimezzamento delle vittime, rispetto al 2019. In Italia, infine, nel 2023, la riduzione delle vittime rispetto all’anno di benchmark è ancora molto contenuta ed è pari al 4,2%.

GLI OBIETTIVI: ZERO VITTIME 

Ridurre del 50% il numero di incidenti e vittime entro il 2030 per arrivare al 2050 con zero morti sulle strade così come fissato dall’Unione europea. È questo l’impegno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti . I traguardi UE relativi alla sicurezza stradale devono essere sostenuti da un approccio alla sicurezza stradale coordinato, ben pianificato, sistematico,  concentrandosi sulla prevenzione dei morti e dei feriti gravi attraverso quattro elementi fondamentali ovvero la sicurezza dei veicoli, la sicurezza delle infrastrutture, la sicurezza dell’utenza stradale e il miglioramento del soccorso post-incidente. Il Nuovo Codice della Strada, attualmente in discussione al Senato, la cui entrata in vigore è attesa per Natale, prevede modifiche volte a promuovere una maggiore sicurezza stradale, con ulteriori strette riguardanti l’uso dei cellulari, il tasso alcolemico, la guida sotto l’uso di stupefacenti, l’uso delle biciclette e dei monopattini, il potenziamento dell’educazione stradale in ambito scolastico.

LA CULTURA DELLA SICUREZZA

Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale rappresenta un impegno corale.  Promuovere la cultura della guida responsabile e del rispetto delle norme partendo dai giovani,  uno degli aspetti su cui puntare per ridurre le stragi sulle strade. Eccesso di velocità, guida sotto l’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti, utilizzo del cellulare rappresentano solo alcune delle cause principali dei sinistri stradali. E’ necessario diffondere la cultura del muoversi in sicurezza, per l’altrui e la propria incolumità, attraverso la conoscenza delle regole e l’adozione di comportamenti corretti. Occorre rafforzare la responsabilità individuale poiché i controlli delle Forze di Polizia Stradale, da soli, non potranno mai essere sufficienti se, contemporaneamente, chi si mette alla guida non mostra attenzione, con la propria condotta, al rispetto della vita propria ed altrui.

Il raggiungimento di questi obiettivi,  lo chiede l’Europa, ma soprattutto lo chiedono le tante famiglie che piangono i loro congiunti, vittime di condotte di guide imprudenti. Dietro ai pur necessari dati statistici ci sono tante vite, legate da valori, speranze, relazioni che un incidente può interrompere improvvisamente e bruscamente.

LA STORIA DI MIRKO

E’ il primo dicembre del 2006. Mirko ha 17 anni e frequenta il quarto anno dell’Istituto Severi a Padova. Sta rincasando in sella alla sua moto, ma a qualche centinaio di metri da casa lo scontro con un’auto.

Sul posto arriva l’autolettiga del 118 e una pattuglia della Polizia Locale. Accorre anche Ettore, il papà, che riesce a salutarlo mentre è in ambulanza. Mirko è vigile e il papà gli dà appuntamento in ospedale. Mirko però ha riportato gravi lesioni e le sue condizioni nella serata precipitano. Muore nella notte del 2 dicembre. Ettore e Ornella perdono il loro unico figlio.

LA TESTIMONIANZA E L’IMPEGNO  DI ETTORE

Sabato 2 dicembre 2006. Quella stessa mattina Ettore trova la forza di andare all’istituto Scolastico che frequentava il figlio, di varcare la soglia della  4 TC,  per portare la notizia della sua morte ai compagni di classe. La tragedia colpisce enormemente la comunità scolastica, che piange Mirko, ragazzo gentile, sensibile, disponibile verso compagni e insegnanti. E’ forse in quel preciso momento, quando il dolore sembra insostenibile, che nasce in Ettore qualcosa di più forte, il desiderio che la morte di Mirko non sia vana, ma  possa diventare un messaggio forte e potente per tutti i ragazzi.

Ettore Fornea

Ettore riesce a trasformare il dolore in forza e inizia ad impegnarsi nel promuovere attività di sensibilizzazione alla cultura della sicurezza, al rispetto della vita propria e di quella degli altri. Raggiunge i ragazzi nelle scuole, racconta la storia di Mirko e la storia di due genitori che hanno dovuto ridisegnare la loro vita. Lancia un messaggio importante: non ci sono scuse per guidare veloci, ubriachi, senza casco, non ci sono scuse per distruggere la propria vita e quella delle persone che ci vogliono bene.   Ettore torna anche nella scuola del figlio, per portare la sua testimonianza e il suo messaggio sull’importanza della prevenzione e del rispetto delle regole. Basta un momento di distrazione per spezzare non solo la propria vita ma anche quella degli altri.

 

 

La Scuola di Mirko

L ‘Istituto Severi ha istituito in ricordo di Mirko una borsa di Studio

quinquennale. Il 09/06/2007 gli è stato intitolato il laboratorio di sistemi elettronici automatici.

Per la giornata di oggi sono previste molteplici  iniziative di sensibilizzazione in tutte le città italiane,  per ricordare e per accrescere la consapevolezza e l’attenzione sulla strada, come pedoni, alla guida di un’auto o di una bicicletta, di  una motocicletta o di un mezzo pesante.


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