Il femminicidio di Romina De Cesare, uccisa da un “bravo ragazzo”, come in tante famiglie
Abstract: gli ultimi aggiornamenti del caso del femminicidio di Romina De Cesare, con le ultime notizie investigative e il racconto del padre Mario. Le contraddizioni, i dubbi, le strategie difensive e i sospetti di macchinazione che fanno riflettere su quanto possa essere lucida la mente di un assassino.
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Il primo compleanno senza Romina
Ieri un padre è venuto a ricordare il primo compleanno di una giovane figlia, avrebbe compiuto 36 anni, ma che non c’é più. Mario De Cesare è venuto dal Molise a deporre un mazzo di rose, accarezzando un ritratto e non più un volto, in via del Plebiscito a Frosinone.
Romina De Cesare è stata uccisa selvaggiamente, nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso, dall’ex compagno Pietro Ialongo di 38 anni con il quale è stata fidanzata per circa 12 anni. Come avevamo anticipato nell’immediatezza della scoperta del crimine, si sta provando la strada del gesto d’impeto, del raptus di follia, dell’incapacità, almeno parziale, dell’assassino.
Analizziamo quindi i fatti che sono emersi sinora cercando di comprendere le dinamiche psicologiche.
La cronologia degli eventi e il ricordo del padre
Romina ha perso la madre, morta giovane per un male incurabile, il padre Mario vive nel loro paese di origine, Cerro al Voturno (IS) in Molise, con la compagna Luisa. Dopo aver lavorato in Francia la ragazza è venuta a lavorare a Frosinone, dove si è stabilita da poco.
Giovedì 18 novembre 2021, sul suo profilo facebook Romina scriveva: «STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE!».
Il padre Mario De Cesare riferisce che Pietro Ialongo, il suo assassino, sembrava un bravo ragazzo. Era del loro stesso paese e Romina diceva che le cose andavano: «…fra alti e bassi…» lei non aveva detto che, pur vivendo ancora assieme sebbene separati per la necessità di trovare un altro alloggio, tra loro era finito tutto da tempo al punto che aveva un nuovo fidanzato.
Lunedì 2 maggio 2022, Romina riferisce al padre Mario al telefono che Pietro l’ha pesantemente insultata. Il padre vuole venire a riprenderla a Frosinone ma lei lo rassicura, minimizzando il conflitto in atto, gli promette che sarebbe partita la mattina del successivo 3 maggio prendendo il treno dalla stazione di Frosinone.
Pietro Ialongo ha dichiarato di aver spento il cellulare sin dal pomeriggio.
Nella serata i vicini di casa, tre studenti di nazionalità cinese dell’Accademia di Belle Arti della città, hanno dichiarato di aver sentito le urla di una ragazza e poi passi per le scale dello stabile. Tuttavia l’appartamento è a ridosso di una strada trafficata, perciò non si sono preoccupati e non hanno localizzato quelle urla.
Pietro Ialongo l’ha uccisa quella notte in maniera lucida e risoluta, senza alcuna pietà.
Nel primo interrogatorio reso alla dott.ssa Barbara Trotta, sostituto Procuratore della Repubblica di Frosinone e al dott. Claudio De Lazzaro, sostituto Procuratore della Repubblica di Latina, che lo hanno ascoltato dopo l’arresto sino alle quattro del mattino, ha dichiarato: «L’ho uccisa con le mani ed alla fine con il coltello che mi aveva regalato a Parigi… L’ho colpita credo quattro volte all’addome… quando stava a terra».
Lunedì 3 maggio 2022, Romina non risponde al padre che aspettava di sapere quale treno avesse preso da Frosinone per organizzarsi e poter andare a prenderla al suo arrivo in stazione. Il telefono di romina è spento come quello di Pietro.
Il padre preoccupato si rivolge alle forze di polizia, anche il nuovo fidanzato di Romina denuncia l’irreperibilità di Romina.
Nel pomeriggio Pietro Ialongo si reca in auto nella nota località balneare di Sabaudia (LT), nello stabilimento Saporetti, il più famoso della città delle dune. Si denuda completamente e fa il bagno nel mare, lo vedono alcuni passanti che chiamano i Carabinieri che lo arrestano.
Nel frattempo a Frosinone la Polizia, coadiuvata dai Vigili del Fuoco, fanno irruzione nell’appartamento e trovano il cadavere martoriato di Romina.
Ialongo racconterà nel primo interrogatorio di aver cercato di uccidersi dopo il delitto, tuttavia si devono considerare alcune circostanze:
- dalla sera precedente nella quale è avvenuto il delitto, il tentativo di suicidio si sarebbe realizzato solo nel tardo pomeriggio del giorno successivo;
- per realizzare il gesto anti-conservativo non aveva bisogno di spostarsi così tanto, poiché nelle immediate vicinanze dell’abitazione ci sono dirupi e anche un parcheggio multipiano, che tutti conoscono, dove sono già avvenuti numerosi suicidi;
- lo stabilimento Saporetti è l’unico aperto agli inizi di maggio e quindi l’unico frequentato, sarebbe bastato allontanarsi di poco lungo la duna costiera per non essere visti e potersi uccidere senza essere disturbati da alcuno;
- denudarsi completamente in quel contesto è il modo migliore per attirare l’attenzione senza correre alcun rischio nel basso fondale di quella costa.
Per Ialongo è scattato il fermo poi convalidato dal GIP con l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Subito dopo la scoperta del cadavere di Romina è partita l’indagine per omicidio, condotta dalla squadra mobile di Frosinone.
Dopo la prima deposizione ai PM, Ialongo si è avvalso della facoltà di non rispondere al GIP, il suo difensore ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro la misura carceraria.
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