La parità di genere tra narrazione e realtà
Abstract: Lo scorso 6 settembre presso lo stand della Regione Veneto all’Hotel Excelsior, in occasione della 81^ Mostra internazionale del Cinema di Venezia si è svolto l’evento conclusivo del progetto “Film&Parità” ideato dalla Consigliera regionale di Parità, Francesca Torelli, giunto alla seconda edizione.
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Nella splendida cornice dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, nell’ambito della 81^ edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia, presso lo spazio della Regione Veneto, lo scorso 6 settembre si è svolto l’evento conclusivo del progetto “Film&Parità”, ideato dalla Consigliera di Parità della Regione, Francesca Torelli.
Ha portato i saluti istituzionali e aperto l’incontro l’avv. Francesca Scatto, Presidente della IV Commissione Regione Veneto, la quale ha precisato che la parità non va intesa solo nel contesto uomo-donna ma come rispetto per ogni persona, riconoscimento della potenzialità dei singoli e dei gruppi e superamento di ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Nel presentare Il progetto “Film&Parità” ha evidenziato come l’indagine aiuti ad interrogarsi sul comune sentire e a promuovere coscienza critica negli spettatori e negli operatori culturali.
La Consigliera di Parità, Francesca Torelli, ha presentato le fasi in cui si articola il progetto.
Lo studio ha preso avvio con la somministrazione di un questionario al pubblico della Mostra del Cinema, da compilare in forma anonima per ogni film, costituito da una decina di domande volte a testare come ad avviso degli spettatori le pellicole cinematografiche cui hanno assistito possano contribuire ad eliminare le visioni stereotipate di individui e società, i cliché legati ai ruoli delle donne e degli uomini nella società, possano favorire lo sviluppo di una cultura di parità tra uomini e donne.
Il questionario è rimasto accessibile sino a metà settembre. Seguiranno le schede del film censiti e ad ottobre verrà pubblicato il report finale su www.filmeparita.it e sui canali social della Consigliera di Parità.
Durante l’evento conclusivo la Consigliera ha anticipato i risultati del sondaggio, che ha fatto emergere importanti dati sulla percezione della parità di genere nei film proiettatati. Purtroppo il cinema non aiuta ancora molto: secondo chi ha partecipato all’indagine, in una scala da 1 a 10, l’influsso del cinema nel combattere gli stereotipi di genere si attesta intorno al 6,8. C’è ancora molto da fare in questo settore di particolare rilevanza nel veicolare la cultura della parità di genere: il cinema è uno strumento potentissimo, che arriva a tutti e può influenzare percezioni, idee, atteggiamenti e comportamenti prevalenti nella società.
Sul tema è intervenuta Daniela Furlani, Presidente della Commissione Pari opportunità di Legacoop Veneto, che ha portato il punto di vista cooperativo in materia di parità. Il Sistema cooperativo, grazie ai principi cui è ispirato, può essere un modello di sviluppo e di buone prassi per il divario al contrasto di genere, anche nel lavoro dello spettacolo.
I dati e le statistiche, da cui bisogna partire per fotografare la realtà in tema di parità, rivelano che in tale settore esiste ancora un rilevante gender gap: si stima che la parità in Europa non sarà raggiunta prima del 2080. Le donne che lavorano nell’industria cinematografica oggi sono ancora poche: appena il 24% nella produzione, il 23% nella regia, il 26% nella sceneggiatura, nel montaggio e nella produzione e ancor meno quelle che si occupano di fotografia, musica ed effetti speciali sul set, che non superano la soglia del 20%. Le donne sono impiegate maggiormente nel trucco (73%), nella scenografia (58%) e nei costumi (82%). Tali disparità è strutturale ed è da ricondurre ad un assetto che dal punto di vista organizzativo è più premiante per gli uomini. Questa condizione può influenzare la rappresentazione dei personaggi femminili nelle storie raccontate, attraverso una narrazione che finisce per discostarsi dalla realtà. La presenza femminile domina infatti all’interno dei ruoli femminili tradizionali, legati alla cura della casa e della persona, alla sfera dell’assistenza familiare, a quella sociale e psicologica. Le donne continuano invece ad essere fortemente sottorappresentate in tutta una serie di ruoli professionali, non solo tra quelli considerati tipicamente maschili (ingegneri, imprenditori) ma anche in ruoli professionali a forte connotazione femminile (figure sanitarie, mondo della scuola). L’obiettivo allora è quello di cambiare la narrazione che non può essere soltanto la traduzione di un ruolo tipicamente maschile o femminile, ma un racconto che trasmetta ciò che davvero le donne sanno e riescono a fare. E’ fondamentale lavorare sui pregiudizi inconsci, sugli stereotipi che lasciano indietro le donne nel cinema e di cui non siamo consapevoli, sul raggiungimento dell’indipendenza economica, sulla formazione, nonché sul sostegno alla genitorialità che penalizza le donne del settore. Quest’ultimo tema è stato toccato da Maura Delpero, la regista che ha vinto il Leone d’Argento di questa edizione della Mostra del Cinema con il film “Vermiglio”. “Porto a casa questo Leoncino a mia figlia”, ha spiegato commossa con il premio in mano, “che è stata una bambina di pochi mesi, che ha sopportato la sua mamma regista, papà attore, tutti produttori. Grazie per la pazienza e grazie a tutti quelli che ci hanno aiutati, Grazie a tutti quelli che aiutano la conciliazione tra lavoro e famiglia, che è difficilissimo, in particolare per le donne”.
Nel corso dell’evento è stato proiettato il cortometraggio “Ginger~Fred”, realizzato dagli studenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, giovani talenti guidati dalla professoressa Maria Roberta Novielli e dal dott. Luca Pili, rispettivamente direttrice e tutor Ca’ Foscari Film Festival e Master in Fine Arts in Filmmaking. Il corto ritrae un ragazzo e una ragazza tra i ponti e le calli di Venezia, alle prese con la loro macchina fotografica, ognuno con il proprio obiettivo, in competizione tra loro. Il lavoro che consegnano entrambi è inguardabile. Diversamente, confrontando le prospettive individuali, unendo il proprio personale talento e le proprie differenti sensibilità riescono a raggiungere “magicamente” un ottimo risultato. Come svela il messaggio finale del cortometraggio, “Ogni inquadratura è un’opportunità per cambiare il mondo e per scrivere le storie di domani”.
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