Ad aprile la coalizione di “Non paghiamo il fossile” denunciava la gravità del cambiamento climatico ma, forse, si sbagliavano per difetto
Abstract: A Roma il 22/04/2023, nella Giornata della Terra, l’organizzazione ecopacifista Ultima Generazione (https://ultima-generazione.com) ha organizzato una festa in Piazzale Ostiense dalle 12:00 sino a mezzanotte, per denunciare il cambiamento climatico in atto e contestare i costi dell’inquinamento ambientale. Musica e balli, in contemporanea in tutto il mondo, per far comprendere a tutti i cittadini la gravità della crisi climatica e chiedere azioni urgenti dai rispettivi governi. Dopo l’estate da record, questo autunno oltre ogni statistica ci fa ripensare alle loro denunce, sicuramente esagerate, ma per difetto!
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Giornata della terra 2023
Nella Giornata della terra che si è svolta in tante città nel mondo il 22/04/2023, a Roma Ultima Generazione, in simutanea con altri 2 eventi a New York e a Londra, ha organizzato una festa in Piazzale Ostiense dalle 12:00 a mezzanotte, per dichiarare alto, forte, e in coro: “NOI VOGLIAMO VIVERE, NON PAGHIAMO IL FOSSILE”, per denunciare il cambiamento climatico in atto e contestare i costi dell’inquinamento ambientale. Musica e balli, in contemporanea in tutto il mondo, per far comprendere a tutti i cittadini la gravità della crisi climatica e chiedere azioni urgenti dai rispettivi governi.
In Italia i sussidi al settore fossile sono mmolto elevati e spesso nascosti, nel 2021 sono stati 41,8 milliardi. Lo stesso anno 1 famiglia su 10 non poteva pagare le bollette del gas. Questo vuol dire che non solo non si rispettano gli accordi presi per rientrare dentro gli obbiettivi, ma in più si investono miliardi di soldi pubblici ogni anno per finanziare i combustibili fossili.
“Miliardi di persone in tutto il mondo sono stanche di un elite politica che continua a fare gli interessi dei più ricchi mettendo a rischio la vita di tutti. Noi abbiamo la responsabilità di fare tutto il possibile per fermare il nostro paese. Infatti, per quanto molte persone vogliano puntare il dito verso altri, l’Italia è il sesto finanziatore al mondo in combustibili fossili, davanti a Russia e Arabia Saudita“.
Gli accordi di Parigi del 2015
Stipulato il 2 dicembre 2015 e riguardante il periodo a decorrere dal 2020, l’accordo di Parigi è un trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), per la riduzione di emissione di gas serra e dei finanziamenti alle fonti di emissione, a cominciare dal combustibili fossili.
È stato negoziato dai rappresentanti di 196 Stati alla XXI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC a Le Bourget, vicino a Parigi, 195 membri dell’UNFCCC hanno firmato l’accordo e 183 hanno deciso di farne parte. Dei quattro Stati membri che non hanno ancora ratificato l’accordo, l’unica grande fonte di emissioni è l’Iran, mentre gli Stati Uniti d’America si sono ritirati dall’accordo nel 2020, ma vi sono tornati nel 2021.
L’accordo è stato aperto alla firma il 22 aprile 2016, in occasione della Giornata della Terra, durante una cerimonia tenutasi a New York. La ratifica dell’accordo da parte degli Stati membri dell’Unione Europea permise all’accordo di entrare in vigore dal 4 novembre dello stesso anno.
L’intervista
Luca Trivellone, attivista Ultima Generazione
«Sono un cittadino preoccupato che ha deciso di entrare in resistenza civile con la coalizione “Non paghiamo il fossile”, per cui oggi partecipiamo insieme a più realtà a questa campagna di disobbedienza civile non violenta affinché venga disinvestito dal fossile. Io sono un semplice cittadino che però ha ben chiari i propri diritti ma anche i propri doveri, incluso il dovere di proteggere la costituzione e il futuro di noi italiani».
«Oggi con “Non paghiamo il fossile” apriamo a una coalizione, siamo più realtà che insieme si uniscono alla nostra campagna per disinvestire nel fossile un passo necessario per poter garantire un futuro sicuro per gli italiani, un passo necessario che sarebbe dovuto essere stato preso molto, molto tempo fa ma che è stato ignorato per troppo tempo. Con gli accordi di Parigi ci hanno lasciato delle promesse vuote, il nostro Governo ci ha lasciato una promessa vuota e noi oggi chiediamo azioni concrete: disinvestire nel fossile».
«Chiediamo di reinvestire i 41,8 miliardi per combustibili fossili in azioni concrete a beneficio di noi italiani, σi possono investire in fonti rinnovabili ad esempio. I 14 miliardi di sussidi diretti al fossile possono essere investiti per efficientare tutte le case popolari in Italia. Noi non paghiamo il fossile e invece lo stiamo pagando 3 volte: sulla nostra pelle con l’inquinamento, 70.000 italiani muoiono ogni anno, con le bollette, perché le fonti fossili costano molto, molto di più di quelle rinnovabili, e con le nostre tasse, i sussidi pubblici al fossile ammontano a 41,8 miliardi di euro. Non è possibile».
«Noi chiediamo un incontro pubblico con il presidente Meloni affinché sia possibile creare un tavolo di negoziazione e, insieme, riuscire a mantenere le azioni concrete promesse negli accordi di Parigi. Azioni concrete che la comunità scientifica vede come l’unico modo per garantire un’Italia sicura per le prossime generazioni. Continueremo le nostre azioni sino a quando non otterremo questo incontro e azioni concrete».
I dati scientifici
Quelle che sembrano le solite previsioni catastrofiste degli ambientalisti risultano non solo attuali e concreti, ma i dati scientifici, quelli veri e non la disinformazione alimentata e finanziata dagli interessi delle multinazionali produttrici di combustibili fossili e di veicoli termini, evidenzia una situazione, se possibile, ancora peggiore di quella da loro descrittta.
I dati statistici dell’Istituto europeo di climatologia Copernicus, indicano una situazione inequivolcabile e comprensibile a tutti.
La media delle temperature dei mesi estivi (giugno-agosto) sono in costante crescita si dal 1979 e hanno oramai raggiunto livelli elevatissimi, come si può rilevare dal grafico che segue:
Il mese di luglio in particolare ha una crescita irrefrenabile e quest’anno (2023) è stato il più caldo di sempre da quando sono registrati i dati climatologici, ossia dal 1940.
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