Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera dei deputati, intervistato al Meeting di Rimini 2023 sui temi del regionalismo e delle autonomie locali
Abstract: Intervistato da Massimiliano Mancini al Meeting 2023, il capogruppo Foti ha espresso la posizione di Fratelli d’Italia per le riforme in discussione sull’autonomia differenziata e sulle espressioni più evidenti del governo locale ossia i tributi e la polizia locale.
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Le dichiarazioni
Il 24 agosto 2023, quinta giornata del Meeting di Rimini 2023, il capogruppo alla Camera dei deputati di Fratelli d’Italia Tommaso Foti ha risposto alle domande di Massimiliano Mancini sul tema delle riforme istituzionali relativamente alle regioni e agli enti locali prima di partecipare alla sessione dal tema “Le riforme istituzionali“.
Massimiliano Mancini: «Vorrei trattare un po’ più specificatamente e un po’ più approfonditamente dei temi che ha toccato e in particolare le autonomie locali. La questione è, da un lato, abbiamo già visto una sere di compromessi al ribasso, dal presidenzialismo siete passati al premierato ad esempio, che succederà per l’autonomia differenziata? Dall’altro il segno più visibile dell’autonomia locale sono i tributi e la polizia locale, che cosa si farà?».
Le riforme istituzionali, dal presidenzialismo al premierato
Com’é noto Fratelli d’Italia, proseguendo il progetto dell’ex MSI, dall’opposizione ha sempre sostenuto la necessità di uno Stato forte che accentrasse la figura del capo dello Stato e del capo del Governo, sistema che viene definito Repubblica presidenziale o presidenzialismo, e ne ha sempre fatto un cavallo di battaglia. Ora che è al Governo del paese si accontenta dell’elezione diretta del presidente del consiglio che però resta distinto dal capo del Governo, questo sistema rappresenta un rafforzamento della figura del capo del Governo, che in questo modo non può essere sfiduciato o dimettersi senza sciogliere il parlamento, e viene comunemente definito premierato.
Tommaso Foti: «Io non penso che siano compromessi al ribasso, penso che quando si voglia realizzare una riforma che riguardi il Governo e il capo del Governo, sia giusto cercare una convergenza possibile.».
Le regioni e l’autonomia differenziata
Tommaso Foti: «Sull’autonomia differenziata non possiamo trovare una convergenza possibile perché vorrei far presente a chi non lo sa che è da 22 anni che la Costituzione all’articolo 116 comma 3 prevede l’autonomia differenziata o regionalismo differenziato che dir si voglia. È una riforma che hanno fatto coloro i quali oggi sono all’opposizione, perché io ero in parlamento quando è stata fatta questa riforma e ricordo bene com’é passata, per 3 voti! Oggi non stiamo parlando di una riforma costituzionale, ma di una norma o insieme di norme che sono state predisposte -sono 10 articoli- dal ministro Calderoli in accordo con il Consiglio dei ministri per l’applicazione di questa riforma. Dico di più, questa norma costituzionale [il vigente art. 116 costituzione n.d.r.] non prevederebbe neanche una legge di attuazione. Ne è dimostrazione il fatto che, non a caso, nel 2019, proprio qui dal Meeting di Rimini, si discusse dell’autonomia differenziata.Se ne parlò, tra gli altri, con un presidente di regione, Stefano Bonaccini per l’Emilia Romagna, che il 28 febbraio del 2019 aveva sottoscritto una pre-intesa con lo Stato, esattamente con il Governo rappresentato allora da Gentiloni e dal sottosegretario Bressa, per dare avvio all’autonomia differenziata senza i passaggi preliminari che questo disegno di legge [quello in discussione al parlamento n.d.r.] oggi prevede.».
La solidarietà e i timori di un paese ancor più spaccato
Tommaso Foti: «Il fondo di perequazione di cui all’articolo 119 della Costituzione non viene messo a disposizione solo delle regioni che accedono o decidono di fare l’autonomia differenziata ma a disposizione di tutti. Quindi non vi saranno regioni favorite e regioni penalizzate.Faccio un appello a tutti dicendo: stiamo al merito e non al mito, perché non si può dire che la nostra Costituzione è la più bella del mondo e poi quando l’andiamo ad applicare si dice che quel principio spacca il paese».
La riforma della polizia locale
Massimiliano Mancini: «E la polizia locale?»
Tommaso Foti: «Beh, la polizia locale è un tema oggi di natura strettamente parlamentare, che va valutato anche in relazione ai nuovi compiti che si sono affidati in questi anni alla polizia locale perché, aimé, abbiamo preso l’abitudine di continuare ad assommare competenze ma alla somma delle competenze non segue anche la distribuzione dei carichi. Quindi nel corso degli anni vi sono state delle istituzioni sovraccaricate. Io penso che, anche sotto questo profilo, debba essere trovato un equilibrio tra quello che devono essere le norme generali e quelle di competenza di ogni regione e che questo possa essere trovato nel momento in cui si sappia bene la diversità di interventi che vengono fatte in alcune regioni rispetto che in altre ma direi anche tra le province. Con molto rispetto per la polizia locale della mia città ma rispetto quella di Rimini è chiaro che i carichi sono diversi sia come straordinarietà e sia come ordinarietà».
Tommaso Foti: nato a Piacenza nel 1960, diploma di liceo scientifico, dal 2022 capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati.
Ha iniziato la carriera politica nel Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano, raggiungendone i vertici nazionali. Dopo essere stato eletto al consiglio comunale della sua città e al consiglio provinciale, si è candidato al parlamento nelle file del MSI senza mai essere eletto, ha aderito alla svolta di Fiuggi di Fini, che ha portato alla trasformazione in Alleanza nazionale ed è stato quindi eletto alla Camera dei deputati nel 1996 e quindi riconfermato sino al 2013 nelle liste del Polo delle libertà che ha lasciato nel 2012 in dissenso con l’appoggio al Governo Monti aderendo a Fratelli d’Italia per il quale è stato eletto deputato dal 2018 a tutt’oggi.
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