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INTERVISTA A MARCO AGOSTINI, COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE DI VENEZIA [CON VIDEO], Massimiliano Mancini

Dal ruolo della Polizia Locale in una delle città più famose al mondo a quello che dovrebbe avere in tutta Italia

Massimiliano Mancini

Abstract: Marco Agostini è il comandante generale della Polizia Locale di Venezia, una delle città più visitate al mondo, salito spesso alla cronaca nazionale sia per le grandi innovazioni, come quando otto anni fa introdusse per la prima volta le prove fisiche per l’assunzione, e sia per il ruolo di primo piano nella sicurezza urbana, al punto che la procura ha delegato al suo Corpo il rilievo dell’incidente mortale del bus elettrico caduto dal viadotto. Una intervista che parte dall’esperienza della sua città per estendersi al contesto nazionale.

Marco Agostini

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L’intervista

Siamo con Marco Agostini, comandante generale della Polizia Locale Venezia, la prima domanda abbiamo visto su tutti i media visivi e non il grande incidente del bus di Mestre, un evento che è stato rilevato indagato e gestito da sola Polizia Locale come stata questa esperienza e perché voi?.

«Perché noi facciamo facciamo il 100% degli incidenti stradali, per cui anche quando è capitato un grande incidente mortale, il più grande incidente stradale del territorio, ma comunque un incidente stradale, è stata richiesta, come sempre, la nostra competenza e la nostra professionalità specifica.»

Un grande evento una pietra familiare un un punto di partenza da cui viene la domanda ma la Polizia Locale cos’è oggi?

«La risposta più banale sarebbe che è quello che riesce essere, nel senso che se crede nelle proprie capacità e le rende pubbliche, senza alcuna sudditanza psicologica, è una forza di polizia a carattere locale ma comunque una vera forza di polizia come tutte le altre.»

Una forza di polizia con grandi competenze tecniche, anche con una forte vocazione verso la polizia amministrativa che sembra un settore minoritario e invece è di grande importanza, perché spesso le grandi indagini partono proprio da quest’area, pensiamo ad esempio al controllo dei locali commerciali che possono rivelare ipotesi di reato ben più grandi come il riciclaggio. Allora dove deve andare la Polizia Locale nel dibattito che è in corso sulla riforma?

«Deve andare dove la porta il cuore, direi. Deve sviluppare professionalità e prendere i propri mezzi, ci sono dei settori dove sicuramente siamo più avanzati rispetto ad altri.»

La polizia locale di Venezia è visibile ogni giorno in quello che fa a un pubblico internazionale, non dimentichiamoci che Venezia è una delle città più visitate al mondo, e gestire una città non solo così visitata ma anche così complicata, come è una città sospesa sull’acqua, è un compito davvero complicato. Poi, tra l’altro, la Polizia Locale di Venezia e il comandante Marco Agostini sono saltati agli onori della cronaca, anche di trasmissioni satiriche, perché è stato la prima occasione in cui sono stati posti dei limiti fisici per l’assunzione.

«Abbiamo fatto una scelta otto anni fa, di fare una trasformazione radicale partendo dal regolamento del Corpo, introducendo le prove atletiche e tutta una serie di regole, ci abbiamo messo un anno e mezzo perché abbiamo avuto farlo con tutte le buone pratiche che c’erano in giro per l’Italia e dopodiché abbiamo cominciato ad applicarlo senza guardare in faccia nessuno, avendo la fortuna di un’amministrazione che ci crede, che si è sentita di fare un ricambio generazionale e siamo passati dall’età media 56 all’età media 32. Questo con tutti i limiti e le difficoltà del caso, perché avere ragazzini di nessun’esperienza non è semplice, però consente di consente di avere gente disponibile, che ha voglia di imparare, senza pregiudizi negativi e questo è un elemento molto positivo.»

Oggi quella scelta è stata seguita da tante amministrazioni che, sempre più, stanno ponendo quegli stessi limiti atletici che dieci anni fa sembravano quasi canzonatori e oggi, invece, si sono accorti che sono essenziali perché la polizia locale, appunto, è una polizia vera che deve essere in grado di fronteggiare tutto. Ma gestire la Polizia Locale Venezia e come gestire qualsiasi altra Polizia Locale?

«Sì! Nel senso che, per carità, abbiamo anche la parte acquea che non c’é da qualche altra parte. Ma la parte acquea è equivalente alla parte stradale, il nucleo di polizia stradale e il nucleo acqueo sono due cose speculari, vanno gestite con la stessa logica, con lo stesso impegno. Certo che siamo complessi, d’altronde la mia è una struttura devo l’amministrazione ci ha creduto. Non ci sono tanti corpi in Italia, tolta Roma Capitale che però è dieci volte noi, che ha quattro dirigenti e prossimamente ne avrà cinque e tutti di ruolo non con il 110 (ossia non a nomina diretta senza concorso e a tempo determinato n.d.r.), ha la possibilità di sviluppare le professionalità più variegate, ha diciannove posizioni organizzative (vice dirigenza n.d.r.) dove la parità di genere è solo predicata ma praticata, infatti oggi abbiamo più donne che non uomini. Questo ci consente di far crescere un corpo che ogni tanto ha gli stop & go di tutti gli organismi in crescita, ma che funziona!»


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