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IL QUADRO MIRACOLOSO CHE NEL ‘700 RESE FAMOSO FROSINONE

La Madonna del Buon Consiglio si anima nel 1796 durante la campagna napoleonica

Giuseppe Pettenati

Abstract: Nel XVIII secolo, appena inizia la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, succedono numerosi prodigi in tutta Italia e Frosinone, sede del governatre delle province di Campagna e Marittima, quelle più meridionali dello Stato Pontificio, diventa famoso per il quadro della Madonna del Buon Consiglio che si anima davanti i fedeli in preghiera il 10 luglio 1796.

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Giuseppe Pettenati: giurista, appassionato di storia locale.

Campagna d’Italia: le operazioni militari condotte tra il 24 marzo 1796  e il 17 ottobre 1797 contro le potenze monarchiche europee dell’Antico regime, nello specifico rappresentate dal Regno di Sardegna, dal Sacro Romano Impero e dallo Stato Pontificio, concluse vittoriosamente da Napoleone Bonaparte alla testa dell’Armata d’Italia con il trattato di Campoformio, che sancì la predominante influenza francese in Italia.


UN MIRACOLO MARIANO NEL ‘700 A FROSINONE

Nell’epoca moderna lo Stato pontificio era ancora organizzato sulla base delle Costituzioni egidiane (1357) in cinque province: Patrimonio di San Pietro, Campagna e Marittima, Ducato di Spoleto, Marca anconitana e Provincia Romandiolæ.

La tranquilla cittadina di Frosinone, piccola in territorio e anche nella popolazione, era tuttavia rilevante sul piano politico poiché era la sede del governatore della provincia più meridionale dello Stato della Chiesa, quella del basso lazio al confine con il Regno di Napoli, Campagna e Marittima che si estendeva da Roma a Ostia Antica, dai Colli Albani alla Valle del Liri sino a Terracina, includendo le exclavi di Pontecorvo e Benevento1.

Alla fine del XVIII secolo questa terra semisconosciuta di contadini e funzionari pontifici, con una antica presenza di massoni, molti dei quali furono tra gli artefici delle due Repubbliche Romane e patrioti dell’unità d’Italia, sali alla ribalta delle cronache nazionali per via di un evento miracoloso che attirò grandi masse di pellegrini.

Chiesa di San Benedetto, Frosinone. Il quadro della madonna del Buon Consiglio-Foto F. Mancini (2024)

L’ANTICA CHIESA ABBAZIALE DI SAN BENEDETTO E LA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO

In Piazza della Libertà,di fronte l’attuale Palazzo del Governo che era la sede del governatoe pontificio delle province di Campagna e Marittima, sorge una chiesa parte di un’abbazia distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale iniziati l’11 settembre 19432 ai quali è scampata la chiesa, nonostante fosse stato distrutto pressoché tutto ciò che vi fosse intorno.

Ricordata in antico come Chiesa Abbaziale di San Benedetto, testimonia nella sua titolazione la presenza dei padri benedettini a Frosinone, la cui opera in città è accertata a data anteriore al 1153 , anzi, secondo alcune fonti la stessa chiesa è stata costruita dall’ordine cassinese già prima del 11343. L’edificio medievale rimane di proprietà del clero regolare probabilmente sino al 1250, quando in essa viene eretta la parrocchia che, tuttora, dopo quasi 750 anni, ancora esiste. Il clero secolare subentra così acquisendo oltre alle proprietà e alle incombenze parrocchiali, anche il titolo di Padre Abate per il rettore della chiesa: titolo ancora valido.

Il 25 aprile 1467, festa di san Marco, su una parete della chiesa fu scoperto un dipinto, raffigurante la Vergine con il Bambino Gesù, che probabilmente era stato ricoperto in calce: l’immagine divenne presto oggetto di grande devozione popolare e si diffusero leggende secondo cui il dipinto sarebbe stato trasportato dagli angeli da Scutari per sottrarlo ai turchi che stavano invadendo l’Albania, o che si mantenesse straordinariamente sospeso su un sottilissimo strato di intonaco. Dal titolo della chiesa, l’immagine prese il nome di Madre del Buon Consiglio e in seguito dedicata a San Benedetto.

IL 10 LUGLIO 1796 IL QUADRO DELLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO SI ANIMA

Quadro della Madonna del Buon Consiglio-Foto F.Mancini (2024)

Il 10 luglio 1796, come riportano le cronache4, il quadro di scuola di Giulio Romano raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, ora ubicato nell’antica chiesa abbaziale di San Benedetto sita di fronte l’attuale palazzo del Governo, che prima era la sede del governatorato pontificio, in piazza della Libertà, ma prima era lungo il corso principale della città, iniziò a piangere sangue.

La narrazione dell’episodio è riportato dall’agostiniano scalzo Padre Ignazio Barbagallo5 degli  agostiniani scalzi di Frosinone che sono ancora oggi presso il Santuario di Madonna della Neve dove era avvenuto già un miracolo circa un secolo prima: la Sudorazione della Vergine il 10 maggio 1675.

Il quadro fu acquistato dalla famiglia patrizia Ciceroni e collocato presso l’omonimo palazzo del quale restano oggi solo alcuni portali e finestre visibili di fronte il museo archeologico di Frosinone.

Poiché erano in corso dei lavori di restauro, il quadro fu affidato alla fantesca del palazzo, che lo fece collocare momentaneamente presso la casa “Guglielmi”, nel rione Civita, al civico 97.

Ogni sera, Maria Salome Ronca, fantesca dei Ciceroni, insieme a due signorine Ciceroni, recitava il rosario dinanzi al Quadro, il 10 luglio 1796 notarono che l’effige della Vergine muoveva le palpebre. Questo fenomeno si osservava per sei mesi.

Alcune donne stavano recitando il rosario davanti al quadro, quando videro l’immagine della Madonna aprire gli occhi e guardare i fedeli. Il prodigio si protrasse tutta la notte, anche davanti alla popolazione accorsa.

Si dice che la Madonna aprisse gli occhi guardando i fedeli, poi il viso divenne colore vermiglio. Alle volte l’occhio sinistro che guardava il Bambino si velava di pianto.

Successivamente si svolse un triduo, e si esortò alla penitenza e alla devozione verso la Madonna, Il miracolo si ripeté per ben sei mesi, durante i quali arrivarono molte offerte spontanee. L’allora vescovo di Veroli, Mons. Antonio Rossi, ordinava l’istruzione di un processo. Domenico Antonio Guglielmi offrì 300 scudi ai quali si unirono tante altre donazioni che permisero di restaurare la navata centrale della chiesa di S. Benedetto e acquistare una corona per la Madonna e il bambino che ha in braccio.

Grazie alle generose donazioni, fu ultimato il restauro che già era in corso da decenni (1750-1797) in stile barocco/rococò e nel 1798, solo un anno dopo essere stata inaugurata, fu saccheggiata dalla cavalleria polacca di Napoleone agli ordini dei comandanti Vautrin e McDonald, fortunatamente le reliquie più importanti furono salvate perché nascoste sotto i pavimenti fra le sepolture della cripta cimiteriale oppure affidandati a parrocchiani come nel caso del quadro della Madonna del Buon Consiglio.

NEL CONFLITTUALE ANNO 1796 NUMEROSI QUADRI MARIANI MOSTRANO FENOMENI MIRACOLOSI

Nell’anno 1796 la campagna napoleonica era in pieno svolgimento ed in questo clima di violenza si verificarono numerosi eventi prodigiosi nello Stato Pontificio, il primo dei quali fu nel quadro della Madonna nel Duomo di San Ciriaco ad Ancona il 25 giugno6.

Numerosi quadri mariani mostrarono in breve tempo fenomenio prodigiosi, alla presenza di ogni tipo di persone, gente comune e studiosi, credenti e non: i presunti prodigi duravano mesi, i dipinti venivano esaminati con scrupolo, venivano raccolte testimonianze dinanzi a notai, iniziavano i processi rituali, che porteranno a riconoscimenti ufficiali da parte della Chiesa7. Si accertarono almeno centoventidue casi immagini che mossero gli occhi, aprendoli e chiudendoli ripetutamente, a volte mutando anche colore ed espressione.

Ai fenomeni, durati alcuni mesi, avrebbero assistito complessivamente circa mezzo milione di persone.

LE DEVASTAZIONI SACRILEGHE E I RIPETUTI FURTI DELLA CORONA DEL QUADRO MIRACOLOSO

Nel 1797, i soldati napoleonici devastarono la chiesa, rubando la corona della Vergine Maria, poco dopo ne fu acquistata un’altra che fu posta dove era la precedente con una pubblica incoronazione.

Nel successivo anno 1798 i francesi saccheggiarono la città sottraendo anche il quadro miracoloso che fu recuperato e custodito da un parrocchiano per essere ricollocato il 5 ottobre 1863 nella chiesa di San Benedetto.

Anche in tempi recenti è stata rubata la corona in argento che non è stato possibile recuperare dai ricettatori, nonostante il ladro sia stato ripreso dal sistema di videosorveglianza, e oggi è stata ripristinata con una corona in acciaio.

San Benedetto, Frosinone. Foto F. Mancini (2024)

NOTE BIBLIOGRAFICHE

  1. M. Mancini, I Volsci e il loro territorio, Mancini Editore, Frosinone 2014.
  2. F. Stroppa, Notizie Storiche sulla città di Frosinone, a cura di Marcello Cervini, Maria Teresa Onorati, Gianmarco Spaziani, in “Terra dei Volsci”, Annali del Museo Archeologico di Frosinone, Tipografia Editrice Frusinate.
  3. M. Mancini, L’altra faccia della luna, Mancini Editore, Frosinone 2017.
  4. G. De Vincentis, http://www.frusino.it/p/architettura.html.
  5. Padre Ignazio Barbagallo, Frosinone: lineamenti storici  della città dalle origini ai nostri giorni, Tipografia Editrice Frusinate, Frosinone 1975.
  6. Celso Battaglini ” Il prodigio della Madonna del Duomo”  Ancona, 1996
  7. R. De Felice, Paura e religiosità popolare nello Stato della Chiesa alla fine del XVIII secolo” , in Italia giacobina, Napoli, 1965.

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