30 maggio 2024, il capo del Governo più di destra della storia repubblicana celebra “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”
Abstract: Dopo le polemiche sulla censura del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, escluso all’improvviso dal palinsesto RAI, Giorgia Meloni prima di partecipare alle celebrazioni della liberazione dal nazifascismo ha espresso pubblicamente sui suoi canali social una dichiarazione che celebra la fine del fascismo e la democrazia. Gli fa eco all’interno della destra di Governo anche il leader della Lega Salvini anche lui in prima linea a celebrare il 25 aprile e nell’affermare il valore dell’antifascismo.
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Il fatto
Giovedì 30 maggio 2024 il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, è intervenuta alla Camera dei Deputati per ricordare l’ultimo discorso di Giacomo Matteotti di 100 anni prima e celebrare il martire della libertà ucciso brutalmente dalle squadre fasciste su ordine di Mussolini, cogliendo l’occasione per ribadire il valore della democrazia, della libertà di parola e ribadire la condanna del fascismo come aveva già fatto in occasione del 25 aprile scorso e nella prima dichiarazione da capo del Governo.
La dichiarazione ufficiale
Pubblicata sul sito ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni.
Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no.
La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico.»
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