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PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE ANNUALE ANAC 2023, Luigi De Simone

Tanti spunti di riflessione

Luigi De Simone

Abstract: Nella presentazione alla Camera dei Deputati della Relazione Annuale ANAC 2023, il Presidente, avv. Giuseppe Busìa, offre suggestivi spunti di riflessione, analizzando il fenomeno della corruzione, focalizzandosi non sui corrotti e sui corruttori, ma sulle vittime, su tutte quelle persone a cui la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere mentre rafforza le mafie, deteriora la qualità dei servizi pubblici, inquina la democrazia.

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Come accade ogni anno, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)1, di cui quest’anno ricorre il decennale della istituzione, presenta alla Nazione la relazione annuale dello stato dell’arte riferita all’anno precedente.

Lo scorso 14 maggio è stata illustrata alla Camera dei Deputati la Relazione Annuale del 2023.

Il Presidente avv. Giuseppe Busìa ha introdotto la presentazione della Relazione con delle affermazioni che effettivamente lasciano il segno e mirano certamente a scuotere le coscienze della società civile.

Infatti, riferendosi alla corruzione, apre i lavori affermando “Quando ci si interessa al fenomeno, anche per la suggestione delle cronache giornalistiche, si è portati a focalizzarsi su chi compie l’illecito e su chi ne approfitta, sui corruttori e sui corrotti. Ci si dimentica, spesso, delle vittime, di tutte quelle persone alle quali la corruzione ruba opportunità, prospettive, benessere, talvolta persino la vita. Sono vittime della corruzione, intesa in senso amministrativo e non solo penalistico, le donne e gli uomini sepolti vivi sotto le macerie di infrastrutture ed edifici costruiti con la sabbia al posto del cemento; i lavoratori schiacciati o soffocati nei cantieri perché chi avrebbe dovuto vigilare sulla loro sicurezza è stato indirizzato verso altri obiettivi…………… Anche quando non uccide, la corruzione arreca danni inestimabili, affinando le sue armi con mezzi sempre più subdoli. Opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di risorse pubbliche. Imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. Giovani eccellenze costrette a cercare all’estero chances di realizzazione professionale, sottratte in patria da concorsi poco trasparenti. La corruzione mortifica legittime aspettative, deteriora la qualità dei servizi pubblici, rafforza le mafie, inquina la democrazia. Ha un costo, quindi, sociale, civile e umano, oltre che economico. È essenziale, quindi, prevenirla ancor prima che reprimerla”.

Basterebbe fermarsi qui, senza avere la necessità di leggere le oltre trecentocinquanta pagine della Relazione, per riflettere, riflettere e poi riflettere. Basterebbe per rendersi conto dell’attualità del fenomeno che sembra essere ancora più pregnante rispetto all’era di “tangentopoli” dei primi anni ’90 e, probabilmente, lo è per davvero. In maniera istintiva si è portati a pensare che nulla può essere cambiato con le norme, con i vari organismi di controllo interni e esterni, con le varie dichiarazioni di intenti, se non si cambia mentalità, approccio, forma mentis. Come ho avuto modo di scrivere su questa testata con un articolo pubblicato lo scorso 17 febbraio, a livello mondiale la percezione della corruzione non è uniforme, ma in Europa è in peggioramento e nel nostro Paese tale percezione è ferma da tre anni.

Comunque, per dovere, approfondiamo qualche altra dichiarazione del Presidente dell’ANAC, sicuramente foriera di tanti spunti di riflessione.

Innanzitutto il Presidente Busìa pone risalto agli input che il nostro Paese ha ricevuto dalle istituzioni europee nell’ultimo anno. In particolare evidenzia che dal rapporto 2023 sulle attività della Procura Europea (EPPO)2, l’Italia risulta il Paese con il valore più alto, in termini di danni finanziari al bilancio dell’UE, anche riconducibili alla criminalità organizzata. Ottimo (si fa per dire) risultato quindi, anche considerando che dall’ultimo Rapporto dell’European Court of Auditors, ovvero la Corte dei Conti Europea3, emerge che l’Italia è considerata in una posizione ancora troppo arretrata. Da evidenziare che la Corte dei Conti Europea comunica proprio alla Procura Europea (EPPO) ogni sospetto di reati che rientrino nell’ambito delle sue competenze e che coinvolgano gli Stati membri partecipanti, e comunica all’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF) ogni sospetto di frode, corruzione o altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’Unione Europea4.

Il Presidente Brusìa pone, poi, enorme attenzione ai Piani Nazionali Anticorruzione emanati dalla stessa ANAC5 ed al ruolo dei Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT)6 che spesso si trovano ad affrontare resistenze o veri atti di ostilità da parte delle rispettive amministrazioni, proprio in ragione del loro operato, che confligge evidentemente con l’operato illegale dei dipendenti.

Prosegue affrontando il problema del conflitto di interessi ed, in particolare, segnala il fenomeno del pantouflage7 ovvero il divieto di svolgere incarichi, da parte degli ex dipendenti pubblici, al servizio di imprese che hanno beneficiato delle loro decisioni quando erano in servizio, su cui pone tanto affidamento.

Altro istituto accennato nella presentazione è stato quello del whistleblowing8, tra l’altro affrontato in un mio recentissimo articolo pubblicato il 5 giugno scorso su questa testata, ovvero il meccanismo attraverso il quale si favoriscono le segnalazioni di illeciti e, nel contempo, si tutelano i segnalatori da possibili ritorsioni da parte della stessa Pubblica Amministrazione di appartenenza.

Proseguendo riscontriamo un doveroso accenno all’effetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)9 e del nuovo Codice dei Contratti Pubblici introdotto nel 202310 che, come noto, ha alzato la soglia per gli affidamenti diretti fino a 140.000 o 150.000 euro a seconda se trattasi, rispettivamente, di fornitura e servizi o di lavori. Infatti nel 2023 ben il 90% di tutti gli affidamenti sono affidamenti diretti (tra cui il 49% superiori a 40.000 euro), percentuale che arriva addirittura al 95% se si considerano anche le procedure negoziate. Sicuramente più celerità negli affidamenti ma anche più preoccupazioni, mitigate da alcuni principi introdotti nel sistema, come l’obbligo di rotazione degli affidamenti superiori a 5.000 euro. Tra le preoccupazioni accennate vi è sicuramente la piaga degli infortuni mortali sui luoghi di lavoro (c.d. morti bianche), che, negli ultimi anni, ha evidenziato un aumento allarmante (799 nel 2023, in leggero aumento rispetto all’anno precedente), purtroppo confermato anche dai dati riferiti ai primi mesi del 2024.

A proposito di  contratti pubblici, area particolarmente esposta a rischi di fenomeni corruttivi, in oltre il 27% dei Comuni superiori a 15.000 abitanti, ovvero 203 su 745, si è verificato almeno un episodio di corruzione e quasi la metà di essi (93 su 203) ha riguardato, appunto, l’area di rischio dei contratti pubblici11.

In conclusione viene citato il Presidente della Repubblica, che ritiene la corruzione come un “furto di democrazia” ed è compito di ciascuno adoperarsi “con disciplina e onore”, secondo le parole della Costituzione, perché siano evitati gli ingentissimi costi che sempre si scaricano sui cittadini, specie i più deboli, quando l’interesse dei pochi prevale su quello di tutti.

Basterebbe comportarsi con disciplina e onore, proprio come recita la nostra Carta Costituzionale e come ricordato dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per ridurre drasticamente all’osso (utopico pensare ad un azzeramento) i casi di corruzione, ma le cronache quotidiane italiane danno la netta sensazione che la nostra Carta fondamentale, scritta quasi ottant’anni fa, appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, non è ben conosciuta e compresa, nella sua formidabile lungimiranza.


NOTE

  1. L’Autorità nazionale anticorruzione, in acronimo ANAC, è un’ Autorità amministrativa indipendente italiana con compiti di tutela dell’integrità della pubblica amministrazione, contrasto dell’illegalità, lotta alla corruzione, attuazione della trasparenza e di controllo sui contratti pubblici, introdotta dalla legge 6 novembre 2012, n. 190, poi modificata prima dal Decreto Legge 31 agosto 2013, n. 101, come convertito in Legge 30 ottobre 2013, n. 125 e poi definitivamente denominata ANAC, ai sensi del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 e convertita in Legge 11 agosto 2014 n. 114;
  2. La Procura europea (EPPO) è un organismo indipendente dell’Unione europea, operativa dal primo giugno 2021, incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE, quali: frodi, corruzione, riciclaggio, frodi IVA transfrontaliere. Le istituzioni e gli organi dell’UE, nonché le autorità competenti dei ventidue Stati membri che hanno aderito all’EPPO, devono segnalare a quest’ultima qualsiasi condotta criminosa a danno del bilancio dell’UE.
  3. La Corte dei Conti Europea (ECA) è stata istituita nel 1977 con sede a Lussemburgo e controlla che i fondi dell’UE siano raccolti e utilizzati correttamente, e contribuire a migliorare la gestione finanziaria dell’UE;
  4. L’OLAF, in seno alla Commissione Europea, può esaminare questioni relative a frodi, corruzione e altri reati lesivi degli interessi finanziari dell’UE per quanto riguarda tutte le spese dell’Unione, le principali categorie di spesa sono i fondi strutturali, la politica agricola e i fondi per lo sviluppo rurale, le spese dirette e gli aiuti esterni, alcuni elementi delle entrate dell’UE, soprattutto i dazi doganali;
  5. Ultimo Piano Nazionale Anticorruzione 2023 (PNA-2023), è stato approvato con la Delibera n. 72 dell’11.09.2013 dall’Autorità Nazionale Anticorruzione;
  6. Figura prevista per la prima volta con la Legge 6 novembre 2012 n. 190, (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione), in attuazione dell’articolo 6 della Convenzione dell’Onu contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 31 ottobre 2003. Svolge attività di controllo, assicurando trasparenza e completezza, dell’amministrazione per ciò che concerne i loro obblighi in ambito di pubblicazione nonché segnalando all’OIV e ANAC gli eventuali ritardi o inadempimenti.
  7. La pratica del pantouflage, delle cosiddette “porte girevoli”, si sostanzia nel divieto per cui pubblici dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per le pubbliche amministrazioni, di essere poi assunti dagli stessi soggetti privati destinatari dei provvedimenti. Disciplina ora prevista dal Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n.165 (c.d. TUPI), a seguito dell’introduzione del comma 16-ter dell’articolo 53 del predetto TUPI, ad opera della Legge 6 novembre 2012 n. 190, che stabilisce che nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, i dipendenti pubblici non possono essere assunti o svolgere incarichi per gli stessi privati, oggetto dei loro precedenti provvedimenti. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di ciò sono nulli, ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti;
  8. Decreto Legislativo 10 marzo 2023 n. 24 rubricato “Attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali”;
  9. Il PNRR in Italia (Recovery and Resilience Plan) è stato approvato il 13 luglio 2021, a seguito del nuovo strumento finanziario approvato dall’Europa per agevolare l’uscita dalla crisi economica post-pandemia;
  10. Decreto Legislativo 31 marzo 2023 n. 36 rubricato “Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici”.
  11. Fonte: Il Sole24ore del 14 maggio 2024.

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