ETHICA SOCIETAS-Rivista di scienze umane e sociali
NOTIZIE Silvia Rossi Sociologia e Scienze Sociali

LA SOCIETÀ AL TEMPO DEI SOCIAL, Silvia Rossi

Come è cambiata e come come cambierà la società

Silvia Rossi

Abstract: Si chiamano social, ma quanto c’è di socialità e società? Che i social media abbiano mutato radicalmente la nostra vita è oramai un dato appurato. Ma quali sono i cambiamenti che ne sono derivati nella nostra intimità familiare, personale e ancor di più mentale? La nostra salute psichica e fisica è oggi altamente influenzata dal mondo social e ben poco dalla realtà sociale in cui viviamo: sì, perché mentre camminiamo a testa bassa con l’attenzione rivolta ad una foto su Instagram, non ci accorgiamo neppure delle vite che ci passano accanto, quelle vere. Siamo troppo presi dallo “scrollare” milioni di post, tutti uguali. Seppur sappiamo bene quanto molti di quei contenuti siano finzione, ci sfugge come, invece, non siano affatto finti i problemi che possano derivarne.

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Quello che i social network ci hanno dato di bello

Se dall’incipit può trasparire una contrarietà totale nei confronti dei social, in realtà ci sono diverse lance da spezzare in loro favore.

Seppur con l’avvento di Facebook, Instagram, Twitter e via dicendo si è riscontrato un aumento di problematiche sociali e mentali, è innegabile come essi siano la grande invenzione del nostro secolo.

La stragrande maggioranza di noi è presente su queste piattaforme e le vive quotidianamente e ininterrottamente da anni ormai.

Il loro potenziale è impressionante: sono in grado di mettere in comunicazione persone da tutto il mondo, ci permettono di conoscere e scoprire culture, usanze e informazioni. Ci hanno regalato la possibilità di fare nuove amicizie e di ritrovarne di vecchie. Per non parlare dell’enorme mole di contenuti istruttivi, formativi e informativi che abbiamo a disposizione ogni giorno grazie ai social. E le risate che ci facciamo difronte ad un telefono? Chi non ha riso o non si è emozionato davanti ad un video o foto pubblicata online?!

Insomma, sono, o meglio sarebbero, una fonte di ricchezza inestimabile, eppure nessuno di noi ha un’opinione del tutto positiva di questi sistemi di comunicazione. Perché è proprio nella comunicazione che sta il grande gap. I social non sono realtà, ma i problemi che ne derivano sì.

Tra corpi perfetti, vite lussuose e carriere eccezionali, la persona comune come si sente?

Da questa domanda nasce l’inadeguatezza dell’io, che spinto da questi modelli irreali e poco sani, tenta di realizzare una felicità simile a quella rappresentata online, ma che poco ha di reale e poco ha di personale.

Qual è la felicità che vogliamo raggiungere? La nostra o la stessa degli influencer?

Come suddetto, il problema dei social è il tipo di comunicazione che viene fatta ogni giorno: siamo umani e come tali abbiamo il bisogno di socializzare, vivere uno accanto all’altro, stare in compagnia e confrontarci; dunque, siamo fortemente influenzati da ciò che gli altri ci mostrano.

Da questa necessità di socializzare cresce il disagio; il continuo confronto con gli altri ci porta a sperimentare sensazioni di inadeguatezza, di insicurezza e talvolta di invidia.

Questi mezzi di comunicazione diventano forti divulgatori di messaggi, spesso malsani e utopici e seppur sia presto per conoscere le reali conseguenze a lungo termine che i social possono avere sulla nostra persona, già si è sperimentata una connessione tra disturbi comportamentali (psichici e fisici) e social media.

“Corpi mediatici” hanno portato all’aumento di disturbi del comportamento alimentare (DCA) soprattutto tra le giovani donne bombardate da esempi nocivi e condotte ad atteggiamenti imitatori degenerativi.

Chi, oggi, non si è sentito almeno una volta di non fare abbastanza, di essere indietro rispetto agli altri?

Questo perché apparenti carriere eccezionali influenzano negativamente la considerazione del sé, spingendoci a dimostrare sempre di più, a correre ancora più veloce; finiamo per condurre vite senza pause, con ritmi sfrenati e mai soddisfacenti.

Impatto social sui minorenni

Gli utenti della rete maggiormente a rischio sono i giovani; oggi non crescono più con il solo esempio che gli da la famiglia, ma hanno la possibilità di metterlo in discussione con i modelli proposti in rete.

La percentuale di giovani online sfiora l’80% e la crescita è sempre più condizionata dalla “realtà” virtuale.
Come proteggere i ragazzi dagli aspetti nocivi dei social network?

In un mondo dove, ogni giorno, cresce il numero di iscritti a Instagram, Twitter e TikTok, bisogna trovare il modo di mettere un freno all’uso smisurato di queste app.

Il primo passo lo devono sempre compiere i genitori, mostrandosi poco assorbiti dai dispositivi e più disposti al dialogo e alla vita reale; è, infatti, tra le mura di casa che nasce il desiderio sfrenato, già da bambini, di creare una propria presenza online.

Se risulta quasi impossibile evitare l’uso dei canali social, allora che siano loro stessi ad educare: l’aumento di contenuti formativi, reali e positivi potrebbe essere un sostegno ed una sicurezza maggiore anche per i genitori.

Inoltre è consigliato non imporre un divieto categorico all’uso della rete poiché potrebbe suscitare l’effetto contrario e un maggiore ossessione da social.

L’educazione social a casa e nelle scuole può essere una valida via per istruire i giovani ad un utilizzo equilibrato e cosciente di questi strumenti di comunicazione.

Sembra che negli ultimi 20 anni sia ampiamente cresciuta la percentuale di giovani affetti da depressione e stress; la causa non può essere direttamente riconducibile al web, ma ci sono grandi possibilità che questo abbia influito negativamente sul loro stato di salute.

In Inghilterra nel 2017, una giovane di 14 anni si tolse la vita dopo mesi di condivisione di contenuti legati al suicidio: pare essere il primo caso accertato di morte per cause legate ai social media.

I rapporti umani nell’era dei social media

Anche i rapporti sociali hanno subìto grandi cambiamenti con l’avvento del web e dei social.

Come suddetto sono molti i fattori positivi presenti in rete, ma è altrettanto vero che ad oggi il consumismo si è insinuato con ostinazione nelle nostre vite tramite i media.

Essere costantemente sommersi da milioni di facce, corpi e menti ci ha portati a guardarci intorno con più facilità. Mettere in discussione i rapporti vicini a causa di influenze virtuali è ormai all’ordine del giorno.

L’arte di buttare ha preso il sopravvento; se i nostri nonni aggiustavano oggetti e rapporti, noi oggi siamo più stimolati a gettarli e ad “acquistarne” di nuovi. La velocità con cui oggi tutto si muove ci porta a velocizzare anche le relazioni e a cambiarle di continuo, dando sempre meno valore a cose e persone.

La soluzione? Ritroviamola in noi stessi, in un equilibrio che ci permetta di godere dei lati positivi dei social senza perdere il contatto con il reale, perché in fondo è lì che viviamo.

NOTE:

https://www.ilsole24ore.com/art/salute-mentale-e-social-network-ecco-impatto-facebook-c-AEpyXbuE

https://www.open.online/2022/10/02/uk-molly-14-anni-suicidio-colpa-instagram/

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