L’abuso di sostanze dopanti nella ricerca del successo a ogni costo
Abstract: L’esercizio sportivo, intrinsecamente legato all’esperienza umana, è un’attività che coinvolge diverse dimensioni esistenziali. Favorisce l’interazione sociale, il benessere psicofisico e mette in evidenza le incredibili capacità umane. Tuttavia, in ambito sportivo è sempre presente il rischio dell’aspirazione al successo a tutti i costi, utilizzando sostanze illecite, a scapito della salute e dell’equilibrio psicofisico individuale.
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La sociologia dello sport
Lo sport, in quanto fenomeno sociale e culturale di particolare, si inscrive nella trama della vita sociale contemporanea, così come in quelle delle civiltà e delle società del passato.
Pur manifestandosi attraverso forme e funzioni mutevoli che hanno caratterizzato la sua evoluzione storica, lo sport mantiene ancora oggi una presenza pregnante e assolutamente significativa. Considerato come uno specchio sociale, lo sport riflette e si intreccia con le condizioni etiche e sociali di una determinata società. Allo stesso tempo, esso svolge un ruolo attivo nel plasmare tali condizioni.
La pratica sportiva evidenzia in modo sottile e raffinato le sfumature e le peculiarità del tessuto sociale, della cultura e delle tradizioni che compongono la collettività in cui è radicata. Inoltre, si adatta e si modifica in sintonia con i mutamenti inevitabili che ogni società attraversa nel corso del tempo, rappresentando un testimone mutevole delle trasformazioni che caratterizzano il percorso storico delle comunità umane.
I valori dello sport
Lo sport, intriso di un fondamento etico assolutamente rilevante, costituisce un terreno fertile per l’esplorazione dei valori più elevati che caratterizzano le società umane. L’etica permea lo sport in modo innato, conferendo nobiltà attraverso l’introduzione di principi come il rispetto per l’essere umano, la lealtà, la correttezza e la fedeltà agli ideali sportivi e al gruppo.
Attraverso l’etica e il diritto che ne prende in considerazione e regola questa rilevante attività umana, lo sport si eleva a una dimensione superiore in cui gli individui possono esprimere le loro abilità e aspirare a valori morali più alti.
La pratica sportiva, in questa prospettiva, si configura come un itinerario di ricerca non solo dell’«eccellenza» sportiva, ma anche dei valori più alti che caratterizzano la paideia individuale, che si esprime attraverso virtù quali l’onestà, la giustizia e il coraggio, e implicitamente, il rispetto delle regole. Infatti, affinché possa sussistere un qualsiasi gioco o incontro, i partecipanti devono unanimemente accettare di osservare le regole, poiché queste definiscono il gioco stesso e stabiliscono gli standard di eccellenza che lo distinguono da altre pratiche sociali[1].
Dobbiamo pertanto rilevare come il ruolo dello sport nella società non possa essere limitato alla mera competizione sportiva, ma debba essere improntato a valori etici che promuovono la cultura della solidarietà, dell’uguaglianza e della giustizia.
Etica e morale dello sport e nello sport
L’etica nello sport, quindi, rappresenta un aspetto fondamentale per preservare l’integrità e la dignità dello sport stesso, impedendo che esso diventi un terreno fertile per comportamenti sleali e disonesti. Inoltre, l’etica sportiva promuove la formazione di individui virtuosi, in grado di coltivare non solo il proprio corpo, ma anche la propria anima e la propria mente, al fine di raggiungere una completezza e un equilibrio interiore
Pertanto, l’etica nello sport non è solo un principio morale, ma rappresenta un valore educativo e culturale di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’individuo e della società nel suo complesso. Lo sport è importante da un punto di vista etico non solo perché è una forma di attività umana che si pone come obiettivo il raggiungimento di valori quali la lealtà, la giustizia, il rispetto reciproco e la solidarietà, ma anche perché può offrire agli individui l’opportunità di coltivare il proprio benessere psicofisico e di mettere alla prova i propri talenti.
Tale attività può senz’altro promuovere lo sviluppo di importanti disposizioni del carattere come la perseveranza e la disciplina, rivestendo quindi una funzione pedagogica e formativa assolutamente insostituibile.
Anomia e dooping
Tuttavia, come ben evidenziato da numerosi autori[2], la ricerca del risultato a tutti i costi può portare a compromettere la propria salute per ottenere una prestazione superiore[3], arrecando anche un vulnus sostanziale ai principi fondanti dell’etica sportiva e della lealtà tra gli atleti.
L’uso di sostanze dopanti, che permettono di modificare e potenziare le capacità naturali degli atleti, è considerato da molti moralmente inaccettabile perché conferisce un vantaggio ingiusto rispetto agli avversari.
Come ha buon gioco nel dimostrate il Balistreri[4], la valenza etica dello sport si fonda sulla capacità degli atleti di ottenere risultati attraverso impegno e disciplina, piuttosto che attraverso sostanze dopanti: per tali motivo è unanime in letteratura la condanna dell’utilizzo di tali sostanze, fondata sulla loro acclarata inaccettabilità morale, in quanto appare del tutto evidente che sarebbe eticamente scorretto partecipare ad una competizione sportiva cercando di potenziare artificiosamente le proprie abilità a scapito degli avversari.
NOTE:
[1] Dobbiamo evidenziare come proprio il rispetto delle regole, nell’ambito della pratica sportiva, sia un elemento fondante alla base delle argomentazioni che ritengono il doping una pratica contraria ai valori autentici dello sport. Secondo tale assunto il doping è moralmente censurabile in quanto viola le regole dello sport, compromettendo l’autenticità dell’attività sportiva stessa. Sul punto si veda Su tutti vedasi M Balistreri, “Questioni etiche riguardanti l’uso di sostanze dopanti nello sport”, In Marco Vincenti (a cura di), Sport e doping Riflessioni, Priuli & Verlucca, Torino 2009, pag. 62.
[2] Sul punto Ibidem, pp. 62–63.
[3] Vale rilevare in questa sede anche come l’assunzione di tali sostanze possa causare danni non solo alla salute dell’atleta, ma anche a terzi, come le persone che hanno legami affettivi con quest’ultimo e gli altri praticanti di attività sportiva.
[4] Ibidem.
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